martedì 8 ottobre 2013

CERAMICA RAKU

Ecco in questo post potrei essere molto loquace e ripetitiva, ma per me il Raku è uno dei metodi più affascinanti per fare ceramica.
Adoro la ceramica Raku.
Terra, acqua, aria e fuoco sono protagonisti principali di questa tecnica.. il quinto elemento lo aggiungete voi:  lo spirito!

Che cos'è la ceramica Raku?
Adesso non voglio farvi una lezione storica sulla nascita di questa tecnica, ma alcune notizie base ve le dico....

Raku significa "gioire il giorno", vivere in armonia con le cose e con gli uomini.
Raku ha origine dal nome di Rikyu, maestro della cerimonia del tè vissuto in Giappone nel XVI secolo.
La cerimonia è legata alla filosofia Zen e all'influenza che il buddismo ha avuto nel costume e nella cultura giapponese.
Il tè, all'inizio, era molto raro e veniva usato nei monasteri. L'uso di questa bevanda si diffuse presso le classe dei nobili.
Con la diffusione di quella consuetudine, si creò la necessità di rispondere alla crescente domanda di ceramiche.
I maestri della "cultura del tè" contribuirono a selezionare i migliori ceramisti del paese in grado si soddisfare le richieste.
La ceramica Raku prende il nome dalla prima famiglia di vasai che ebbe la concessione feudale per produrre questo tipo di manufatto.


Il materiale:
Il Raku esige delle argille molto refrattarie che consenta all'oggetto di resistere agli sbalzi di temperatura a cui è sottoposto durante il processo di cottura e immediato raffreddamento. 
Gli smalti-base possono esser colorati  con l'aggiunta di ossidi metallici, cristalline e altri materiali coloranti come i sali metallici e carbonati.
La combinazione di smalti e coloranti determina le differenti tonalità di colore e lustri.
Nel Raku bisogna accettare il possibile risultato che i colori non sia uguale a quello desiderato, ci si affida all'improvvisazione della natura....

La tecnica:
Una volta modellato l'oggetto

e cotto in forno tradizionale per ceramica, si passa alla fase della decorazione con smalti e ossidi.

Una volta rifinito il pezzo viene messo nel forno per cottura Raku, 

quando la temperatura raggiunge i 930/950 gradi si procede con l'apertura del forno.

L'estrazione dei pezzi è immediata, si tirano fuori con pinze apposite ancora incandescenti, e sottoposti subito alla cosiddetta riduzione, cioè al raffreddamento in assenza di ossigeno.
Questa fase è molto suggestiva, il pezzo incandescente viene messo in un bidone/contenitore di latta resistente al fuoco, e coperto di materiale combustibile ( foglie, segature o carta) che a contatto con l'oggetto prendono fuoco.

Si chiude il bidone/contenitore e il fuoco brucia l'ossigeno al suo interno. (Riduzione)
Si lascia spegnere il fuoco all'interno per qualche minuto e aprendo moooolto cautamente il contenitore (ricordate che il fuoco con l'ossigeno si "riprende") si mette il pezzo ancora caldo a raffreddare in acqua.
una volta puliti ammirate il vostro oggetto!




Bene le collane sono montate e brillano i luce propria!
 Ora si inizia con i mercatini..... a prestooooooo!!



ciao ciao
 Simosì

2 commenti:

  1. Veramente interessante vedere come vengono realizzate queste creazioni attraverso la tecnica Raku e poi le tue collane sono davvero bellissime!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. grazie mille Francesca!
      anche per essere passata dal mio blog! ;)

      Elimina